A cosa serve la pianificazione degli investimenti?
La pianificazione degli investimenti rientra tra le funzioni aziendali attribuite alla gestione finanziaria. Come ben sappiamo, uno dei primari compiti di ciascun direttore finanziario consiste proprio nel reperimento delle fonti finanziarie necessarie per l’azienda e soprattutto nella scelta ed individuazione del miglior mix fra le molteplici alternative in considerazione della natura e delle particolari caratteristiche che ciascuna tipologia di investimento può richiedere.
Nello svolgimento del proprio compito risulta molto importante che ciascun direttore finanziario abbia a disposizione tutta una serie di strumenti che gli consentano di individuare quale possa essere la scelta più conveniente e soprattutto quella che non abbia ripercussioni negative sull’andamento globale della gestione. In tal senso, quindi, risulta estremamente utile avere a disposizione strumenti che consentano di prevedere, verificare e monitorare l’andamento di determinate variabili.
Ecco allora che diventa fondamentale la predisposizione di un piano previsionale di breve-medio periodo elaborato dal management aziendale o dallo stesso direttore finanziario, che possa supportarlo nelle scelte che di volta in volta devono essere intraprese.
In particolare, l’obiettivo che ci si vuole prefiggere attraverso la costruzione di un piano economico-finanziario è quello di analizzare l’andamento globale della struttura aziendale, sia a livello economico-patrimoniale che finanziario, e verificare se ed in che modo l’azienda sarà in grado di reagire al verificarsi di determinati accadimenti. Soltanto dopo aver predisposto un piano di breve-medio periodo, sarà successivamente possibile formulare varie ipotesi alternative ed analizzare come varia il quadro economico-patrimoniale-finanziario dell’azienda al mutare di un elemento previsionale e quale possa essere l’impatto di tale variazione sulla gestione aziendale considerata nel suo complesso.
Le variabili da considerare in sede di pianificazione degli investimenti aziendali
Prima di esporre un breve ma significativo esempio sulla problematica trattata in questa sede, andiamo a verificare quali a nostro avviso dovrebbero essere le variabili che devono essere tenute sotto costante osservazione in sede di pianificazione di qualsiasi tipologia di investimento.
In particolare, i parametri maggiormente significativi da considerare sono sintetizzati nella seguente schermata.
Il cash flow
L’analisi dei cash flow rappresenta un passaggio fondamentale per valutare le performances aziendali, sia nel breve che nel medio-lungo periodo, ed impostare correttamente qualsiasi tipologia di scelta in sede di pianificazione degli investimenti. Essa ci informa sulla generazione e sull’assorbimento di fonti finanziarie avvenuti nel corso di un determinato periodo di tempo.
Il prospetto di Rendiconto Finanziario costituisce il principale strumento tecnico per valutare la generazione di cassa attribuibile ad un’azienda. In particolare, esso consente di quantificare quale sarà il fabbisogno finanziario dell’impresa; soltanto dopo aver stimato il fabbisogno finanziario, infatti, potrà essere calcolato l’effettivo ammontare dei proventi ed oneri finanziari, il valore dei quali dipenderà dal livello di indebitamento richiesto.
La redazione di tale prospetto, oltre a consentire la stima del fabbisogno finanziario, consentirà al direttore finanziario di formulare un giudizio sull’evoluzione nel tempo della politica finanziaria perseguita.
Il rapporto di indebitamento
Il rapporto di indebitamento (Debt/Equity) rappresenta un indice che deve essere costantemente monitorato al fine di verificare se la struttura finanziaria si è mantenuta equilibrata nel corso del tempo. Tale rapporto, se risulta sbilanciato verso il ricorso al debito, può alla lunga pregiudicare l’andamento complessivo aziendale, con conseguente riflesso sulla gestione economica.
Il Capitale Circolante Netto – CCN
Molto importante inoltre è la gestione del Capitale Circolante. Come avremo modo di verificare nell’esempio proposto, il Capitale Circolante può rappresentare per l’azienda un importante fonte di finanziamento, alla quale molte volte è possibile attingere solo se ne sussistono determinati presupposti.
La situazione finanziaria netta
La situazione finanziaria netta, infine, rappresenta una variabile di estrema importanza e da tenere in stretta considerazione in sede di pianificazione degli investimenti. Tale valore è dato dalla somma algebrica dei debiti e crediti di natura prettamente finanziaria e rappresenta l’ammontare dell’esposizione contratta dall’azienda verso terzi per finanziare il proprio capitale investito.
Come procedere per un’adeguata pianificazione degli investimenti
Andiamo adesso a verificare con un breve esempio quanto finora esposto a livello teorico.
Il direttore finanziario della nostra azienda si trova di fronte l’esigenza di effettuare un investimento per l’acquisto di nuovi macchinari.
Il suo compito in tale contesto dovrà essere quindi quello di verificare ed individuare quale possa essere la fonte di finanziamento migliore e più conveniente da un punto di vista economico-patrimoniale-finanziario.
Di seguito viene esposto lo scenario economico e finanziario dell’azienda elaborato sulla base di determinate ipotesi previsionali formulate dallo stesso direttore finanziario.
Occorre considerare come lo schema di rendiconto finanziario utilizzato è stato costruito per saldi di debito/credito finanziario netto. Tale tipologia di rendiconto mette in evidenza tutti quegli accadimenti di natura monetaria (positivi e negativi), che comportano variazioni al credito/debito finanziario netto aziendale.
La prima voce è rappresentata dal Margine Operativo Lordo, che rappresenta la differenza tra ricavi e costi operativi.
A tale flusso vengono sottratti i flussi negativi legati ad investimenti materiali ed immateriali o eventualmente aggiunti quei flussi positivi legati a possibili dismissioni di attività tecniche. Si giunge così al “Flusso di Circolante della gestione operativa”.
A questo punto, in considerazione del fatto che in tale prospetto dovranno essere considerate esclusivamente le movimentazioni di natura prettamente monetaria, occorre procedere ad una rettifica del Mol (non tutti i ricavi ed i costi, infatti, si sono concretizzati in entrate o uscite monetarie). Proprio per tale ragione, dovrà essere quantificata la variazione di Capitale Circolante Netto.
Si arriva così ad un secondo aggregato rappresentato dal “Flusso di cassa della gestione operativa”; tale dato, che comprende tutti quei flussi di cassa correlati ad elementi operativi aziendali, rappresenta il flusso di cassa effettivamente generato o assorbito dall’attività operativa. A tale aggregato viene aggiunto il flusso positivo legato a proventi finanziari, mentre vengono sottratti i flussi negativi connessi al pagamento degli oneri finanziari e di eventuali dividendi ed il flusso per il pagamento di imposte.
Si arriva al “Flusso di cassa della gestione ricorrente”, che rappresenta il flusso di cassa generato o assorbito dagli accadimenti aziendali che tendono a ripetersi con frequenza nel corso di ogni esercizio. A tale valore verranno sommati/sottratti quei flussi positivi o negativi che presentano la caratteristica della discontinuità e della non ricorrenza, quali quelli derivanti da operazioni sul capitale (aumenti di capitale) o acquisizioni/cessioni di attività patrimoniali non operative e si arriverà alla quantificazione del Flusso di cassa totale. Tale valore, se positivo, genererà una riduzione o aumento rispettivamente del debito o credito finanziario netto di inizio periodo, se negativo, provocherà una diminuzione del credito finanziario o un aumento del livello di indebitamento.
Per la nostra azienda si è proceduto ad effettuare due simulazioni di scenario, al fine di verificare quale possa essere la forma di finanziamento più conveniente sotto il profilo economico-patrimoniale-finanziario.
In particolare, il direttore finanziario ha predisposto due scenari alternativi:
- autofinanziamento attraverso la generazione di cassa prospettica
- autofinanziamento attraverso un’ottimizzazione della gestione del Circolante
Come sappiamo il Capitale Circolante costituisce un’importante fonte di assorbimento e di generazione di risorse monetarie; una gestione ottimale di tale aggregato potrebbe portare sicuramente benefici sotto l’aspetto finanziario. Occorre d’altra parte tenere presente come la possibilità di mettere in atto strategie di questo genere dipenderà in massima parte dal potere contrattuale che possiede l’azienda.
È teoricamente possibile, quindi, poter modificare la struttura del Capitale Circolante, anche se nella pratica spesso quest’ultima è sottoposta a vincoli di vario genere che ne limitano qualsiasi azione da parte del management aziendale.
Nel nostro esempio, i valori storici relativi alle tempistiche di incasso e di pagamento ed alla giacenza media di magazzino si aggirano attorno ai seguenti valori medi:
- Giorni medi di incasso crediti commerciali: 95
- Giorni medi di pagamento fornitori: 75
- Giorni medi di giacenza di magazzino: 17
Nella simulazione effettuata si è cercato di prevedere sin dal 2023 un allungamento nelle tempistiche di pagamento di 15 giorni ed una contestuale contrazione delle tempistiche di incasso di circa 7 giorni. Costante è stato mantenuto il dato relativo alla giacenza media di magazzino.
Nella tabella seguente è stato effettuato un raffronto, con riferimento ad alcune variabili economico-patrimoniali-finanziarie, tra lo scenario base (che non prevede alcuna tipologia d’investimento) ed i due scenari alternativi previsti. In particolare, nella simulazione 1 è stato previsto un esborso per investimenti pari a 1,5 milioni di Euro nel biennio 2023-2024 (750.000 Euro ad esercizio), senza prevedere alcun ricorso a particolari forme di finanziamento, ma ipotizzando soltanto un impiego della cassa generata; nella simulazione 2 invece è stato previsto lo stesso livello di investimenti, ma è stata rivista la struttura del Capitale Circolante così come esposto in precedenza.
Da quanto è emerso dai raffronti effettuati, la seconda opzione sembra essere sicuramente la più conveniente. L’azienda, infatti, attraverso un miglioramento della propria gestione del Circolante, riuscirebbe a finanziare i propri investimenti ed a contrarre, seppur lievemente, il peso degli oneri finanziari rispetto alla prima soluzione, ottenendo quindi risultati migliori anche in termini di risultati d’esercizio prospettici. Inoltre, anche sotto il profilo finanziario la seconda ipotesi risulterebbe più vantaggiosa. In particolare, si contrae il livello d’indebitamento finanziario rispetto alla prima soluzione, mentre il rapporto Debt/Equity si posiziona su livelli lievemente migliori.
Ricorda!
Da quanto abbiamo avuto modo di constatare, una buona ed accurata pianificazione degli investimenti non può prescindere dall’utilizzo di un modello di analisi economico-finanziaria dinamica, che permetta di prendere in considerazione quei parametri da tenere sotto costante riferimento e che supporti il direttore finanziario nel suo difficile compito volto all’individuazione delle fonti finanziarie più convenienti per la propria azienda.
Il nostro Studio ha elaborato diversi modelli di analisi, tra cui il modello di Business Plan in Excel, che contempla la costruzione di scenari previsionali economico-patrimoniali e finanziari e la possibilità di effettuare anche immediate simulazioni di scenario, strumenti estremamente utili in fase di pianificazione degli investimenti aziendali.